AUTHOR: Martina Bruno
TUTORS: Ing. Alessandro Zichi – Ing. Devis Sonda
INTERNSHIP: Miyamoto engineers
MASTER: Master in “Edifici ed Infrastrutture sostenibili” a.a 2017/18
Lo sviluppo delle città di nuovo insediamento nel continente africano, diventano oggi un ambito di sperimentazione di nuovi concetti di edilizia e pianificazione, modelli che nel tempo stanno prendendo piede per diventare realtà su larga scala.
Nel caso della città di Konza, si tratta dello sviluppo di un insediamento per 300.000 abitanti che sorgerà ex-novo in Kenya, a 60 km da Nairobi. Konza è progettata per essere un punto di riferimento nel panorama mondiale delle smart cities, proponendosi di essere sostenibile dal punto di vista ecologico, sociale ed economico. L’impellente necessità odierna di tenere in sempre maggiore considerazione gli aspetti ambientali derivati dalla emergenza climatica in cui ci troviamo a vivere, derivata dalla concomitanza del rapidissimo incremento di popolazione avutosi in meno di un secolo, e del grande sviluppo tecnologico. Questi due fattori hanno portato ad un aumento esponenziale del consumo di materie prime, all’incremento della produzione di gas serra, e quindi al cambiamento climatico.
Il primo impegno concreto dell’ONU per la riduzione le emissioni di gas serra è rappresentato dal Protocollo di Kyoto con l’impegno di ridurre le emissioni di tutte le attività antropiche, compreso il settore edilizio, responsabile di circa 1/3 delle impatti totali. Al fine di classificare e rendere più efficienti le progettazioni, sono stati sviluppati differenti sistemi di rating, tra cui, nel caso specifico, nel progetto di Konza, sono stati implementati il LEED, per quanto riguarda gli edifici, ed ENVISION, per quanto riguarda le infrastrutture.
Al fine di sviluppare la città considerando i concetti della sostenibilità, sono stati implementati i requisiti definiti dai due sistemi di rating, sin dalle prime fasi.
Lo sviluppo delle città, avverrà nel rispetto della triple bottom line, sarà sostenibile dal punto di vista sociale (terrà conto delle esigenze della popolazione, seguendone l’evoluzione), economico (adottando approcci innovativi per la gestione del territorio) e ambientale (mirerà alla resilienza nei confronti di catastrofi). Il masterplan è stato immaginato per una città a misura d’uomo, percorsi pedonali separati da quelli veicolari, e ciclabili, sarà caratterizzato da ampi spazi verdi e, nello stesso tempo, una città costituita per lo più da lowrise buildings.
Il suo impianto avverrà attraverso 4 fasi, ripartiti in blocchi funzionali orientati da nord a sud.
Il tema del risparmio idrico, fondamentale in Africa, sarà trattato a tutte le scale, dal masterplan, alla città, fino al singolo edificio, con l’obiettivo di utilizzare l’acqua potabile esclusivamente per le necessità primarie.
Al fine di poter garantire l’autosufficienza della città e il suo reale funzionamento, tutti gli ambiti sono stati immaginati in modalità integrata e soprattutto con il coinvolgimento della popolazione.
A questo punto, si è ovviato al problema della creazione delle città-balocco, che nella storia recente degli sviluppi urbanistici hanno portato alla creazione di città fantasma.