BIM PER LE OPERE INFRASTRUTTURALI: APPROCCIO METODOLOGICO ALLA MODELLAZIONE

AUTORE: ing. Aldo Lanfranconi

TUTOR: ing. Giovanni Franchi

MASTER: Project management in construction works with BIM a.a 2019/2020

Il Building Information Modeling (BIM) è un sistema complesso di procedure e tecnologie per la gestione dei processi di realizzazione di opere edili e di genio civile, che consente di rappresentare in formato digitale le opere. Sebbene sia ormai consolidato nel settore edilizio, l’impiego del BIM in campo infrastrutturale (Infrastructure – Building Information Modeling, I-BIM) presenta una diffusione limitata, è un processo in rapido sviluppo che si sta affermando e perfezionando negli ultimi anni.

La modellazione digitale di infrastrutture e opere in sotterraneo presenta maggiori difficoltà in quanto coinvolge molteplici aspetti: unitamente ai tracciati plano-altimetrici è necessario infatti gestire da un lato le informazioni legate al territorio mediante piattaforme GIS (banche dati alfanumeriche relazionate con cartografie digitali), che trattano tipicamente superfici o rappresentazioni puntuali e, dall’altro, i dati che riguardano le opere strutturali e architettoniche, tipicamente modellate come solidi.

La presente tesi si pone come primo obiettivo uno studio sull’ approccio della metodologia BIM, riferendosi principalmente all’ambito dell’ingegneria civile.

Il testo descrive questa tecnologia nel suo complesso, analizzandone le principali caratteristiche con un confronto tra la metodologia tradizionale, nata e sviluppata nel mondo dell’edilizia, e la metodologia applicata alle infrastrutture lineari.

Nella seconda parte dell’elaborato viene descritto lo sviluppo della metodologia su casi reali, con la realizzazione di modelli digitali tridimensionali parametrici in grado di fornire specifiche informazioni inerenti tutti gli elementi che li compongono. In particolare vengono analizzate in dettaglio sia la fase di gestione del progetto sviluppato in BIM, sia la fase di creazione e sviluppo del modello digitale, mettendo in luce potenzialità e limiti del metodo. Nel primo caso studio analizzato viene descritto l’approccio utilizzato per l’applicazione della metodologia BIM nell’ambito della sistemazione di un nodo intermodale con la realizzazione di un nuovo sottopasso pedonale ferroviario: viene descritto sia l’approccio utilizzato per la gestione del procedimento BIM e l’organizzazione del lavoro, sia la fase di sviluppo del modello.

Il lavoro ha richiesto la realizzazione di diversi modelli 3D; oltre al modello di progetto è stato infatti necessario ricostruire la situazione esistente, per inserire in nuovo sottopasso nel suo contesto reale e verificare eventuali interferenze.

La modellazione BIM ha permesso di ottimizzare la progettazione, avendo a disposizione un gemello digitale dell’opera.

 

Il secondo caso studio riguarda la modellazione BIM di una galleria esistente, con l’obiettivo di verificare l’intervento di risanamento studiato.

Per questa attività è stato utilizzato il metodo dell’ingneria inversa, o Scan to BIM, esigenza specifica della trasformazione digitale delle opere viarie che consiste nell’acquisizione delle caratteristiche geometriche dell’esistente, con lo scopo di generare modelli ad oggetti implementabili e fruibili in piattaforme BIM.

L’attività ha quindi richiesto il rilievo dell’opera esistente: mediante laser scanner è stato possibile ricostruire la galleria con elevate precisione.

Partendo dal rilievo è stato possibile mediante opprtuni software ricostruire un modello digitale dell’opera perfettamente corrispondente alla realtà.

 

Grazie a questa attività è stato possibile adattare e ottimizzare l’intervento di risanamento progettato prima di arrivare in cantiere, garantendo al committente un risparmio di tempo e costi.

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Figura 2: verifica progettuale, attività di clash detection tra il modello BIM della galleria e l’intervento di risanamento progettato