Autore: Antonio Raia
Relatori: ing. Roberto Taddia, Prof. Paola Ronca, ing. Alessandro Zichi
Azienda: Progettisti-Associati Tecnarc S.r.l
Master: “Bim Manager” a.a. 2016-2017
Nell’era della digitalizzazione, necessaria per poter controllare e gestire una filiera complessa come quella delle costruzioni, il BIM, deve iniziare a permeare in aziende che operano con modalità consolidate.
In una società di consulenza e progettazione in ambito energetico e impiantistico, è importante in questo momento, non solo conoscere il tipo di software più adatto, ma bensì una rivisitazione dei processi già consolidati e la stesura di nuove informazioni e database utili ai fini di ottenere un progetto sviluppato con la massima precisione e nei tempi corretti; il tutto però non è così semplice.
La complessità della sua implementazione, deriva dal fatto che il Building Information Modeling non rappresenta un mero cambio di strumento, di tecnologia, bensì un processo, un approccio interdisciplinare e collaborativo incentrato sui modelli, che mira a migliorare le attività di progettazione, costruzione e gestione del ciclo di vita di tutte le risorse che costituiscono l’ambiente costruttivo, sfruttando informazioni sempre coordinate, aggiornate ed accessibili, all’interno di un unico ambiente digitale integrato.
A tal fine, occorre fare delle analisi preliminari e implementare le procedure; questa analisi, viene svolta su due fronti: a livello aziendale e a livello di progetto.
All’analisi preliminare, segue la diagnosi del livello di conoscenza dello strumento BIM e delle procedure e l’individuazione di strategie, software e procedure grado di sopperire le esigenze. A tal punto, arriva il momento di generare quanto è necessario per implementare in maniera corretta il BIM nei processi di progettazione, che va dalla formazione del personale, alla redazione di templates, di famiglie di sistema e procedure che portino gli operatori ad utilizzare questi strumenti per ottenere valori di output affidabili. Come illustrato nella Figura n°1, una delle attività svolte, è stato creare un archivio digitale sviluppato con il contributo di tutto il team, di elementi impiantistici, che consentano in modo automatico sia di creare rappresentazioni 3D, che abachi che computi metrici estimativi, condivisi da tutto lo staff.
Una volta che sono state create le basi, il team di lavoro, grazie ai nuovi strumenti può rielaborare i processi e lavorare in sinergia per portare benefici lungo tutta la filiera.
Per un’implementazione ottimale del BIM serve attuare una strategia mirata alle specifiche esigenze, riconoscere bisogni, limiti, punti di forza ed obiettivi dell’azienda; tale analisi, aiuterà a sviluppare piani di implementazione personalizzati, che consentiranno una progressiva transizione al BIM.
E’ fondamentale sottolineare inoltre, che al centro dell’intero processo, consentito certamente dalle nuove tecnologie e dai nuovi strumenti, rimane il professionista.
I vari software, non sono come spesso si sente dire “intelligenti”, questi si basano su regole e relazioni che permettono loro di automatizzare, conservare e strutturare informazioni calcoli ecc.; ma l’organizzazione e la gestione di tali regole e di tutte le informazioni che i modelli possono contenere, rimane compito dei professionisti.
Da quanto in precedenza è stato illustrato, si evince che anche nell’epoca della digitalizzazione il capitale umano assume ancora più valore col BIM, in quanto aumenta la mole di informazioni da gestire e da organizzare e i benefici che da questa organizzazione derivano, è quindi fondamentale puntare sul capitale intellettuale e sulla formazione; investire sulla formazione nell’epoca del BIM, è un atto di lungimiranza che una valida leadership aziendale deve saper cogliere ed attuare.